Co2 nelle grandi città: la nostra responsabilità

Co2 nelle grandi città: la nostra responsabilità

Non avendo ancora figli, posso permettermi il lusso di NON AVERE l’automobile. L’anno scorso, tra l’altro, decisi di vendere anche la moto. Ragione per cui oggi mi muovo esclusivamente in bicicletta.

Vivo in una grande città come Milano e uso la bici per andare al lavoro, per fare la spesa, per ogni evenienza e per il tempo libero.

Ma veniamo al punto. Su internet esiste un sito che si chiama Lovetoride.net, dove è possibile registare tutte le proprie pedalate e verificare quanti chilometri si sono percorsi, quante calorie si sono bruciate e quanta anidride carbonica (Co2) NON si è prodotta.

Il fatto di monitorare quanta Co2 avrei risparmiato all’ambiente è ciò che mi ha portato a creare un account per monitorare le mie pedalate e il mio conseguente “risparmio” ambientale.

co2

In due mesi esatti, ho pedalato poco più di 2400 km. Se avessi usato la macchina per compiere la stessa distanza, avrei prodotto 210 kg di Co2. A cosa corrispondono? Alla quantità di anidride carbonica “assorbita” da 10-15 alberi in un anno (dato ricavato dal sito reteclima.it).
Questo dato mi ha fatto riflettere su due cose:

a) se due mesi di auto “bruciano” la Co2 assorbita da 10-15 alberi in un anno, e a Milano abbiamo più auto che alberi… non voglio immaginare quanto “ossigeno” stiamo perdendo ogni anno.

b) se tutti coloro che sono nella condizione fisica e nelle possibilità lavorative/familiari di utilizzare la bici o un mezzo elettrico invece della macchina (o almeno farlo con più frequenza), quanto sarebbe “percepibile” e “odorabile” il miglioramento dell’aria nelle grandi città?

Il punto è che oramai siamo così abituati a sentirci dire che una grande città come Milano sia inquinata che per molti è diventato un dato di fatto a cui rassegnarci. La verità è che possiamo ancora sperare di migliorare le nostre condizioni di vita nelle metropoli. Molti sottovalutano il problema forse perché non si soffermano sulla valutazione delle conseguenze (malattie respiratorie, riscaldamento globale, qualità della vita) che può avere un’elevata concentrazione di Co2. E quando invece diventano consapevoli del problema, vi si rassegnano, dandolo per irrisolvibile.

Ma quanti di noi, prima di prendere l’auto (o di accendere al massimo i termosifoni di casa, per fare un altro esempio), riflettono su quello che stanno facendo e si chiedono:

«Quanto inquinerò con questo mio gesto? C’è qualcosa che posso fare in alternativa a questo, per inquinare di meno?»

Chiediamo tanto ai governi, ai comuni o ai vari Protocollo di Kyoto di fare qualcosa per l’ambiente. Ma noi, cosa stiamo facendo?

co2-smog