Dacci di ricominciare

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“Dacci di ricominciare”, il nuovo album di Giuseppe De Chirico

Un album per celebrare il traguardo dei cinquant’anni. “Dacci di ricominciare” è una raccolta di otto brani nei quali il cantautore Giuseppe De Chirico racconta momenti della sua vita e allo stesso tempo fotografa alcune realtà della nostra società. «Le mie canzoni hanno soprattutto la funzione di ricordare e, facendo riaffiorare i ricordi, emozionare», afferma De Chirico.

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Le stagioni di Thil, storie di migranti

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Le stagioni di Thil, storie di migranti

Le stagioni di Thil è una raccolta di diciotto racconti desunti dalla memoria di Marinette Carla Animobono e relativi alla sua infanzia vissuta alla fine degli anni Cinquanta in Lorena, nel triangolo minerario e industriale del nord-est della Francia.

Ogni racconto mescola ricordo e fantasia e mette in luce questioni e pensieri legati ad eventi che accadevano normalmente in quell’ambiente insolito, fatto di boschi, prati, miniere, fabbriche metallurgiche e animali, persone immigrate, soprattutto a maggioranza italiana, con la loro originalità e le loro tradizioni.

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Co2 nelle grandi città: la nostra responsabilità

Co2 nelle grandi città: la nostra responsabilità

Non avendo ancora figli, posso permettermi il lusso di NON AVERE l’automobile. L’anno scorso, tra l’altro, decisi di vendere anche la moto. Ragione per cui oggi mi muovo esclusivamente in bicicletta.

Vivo in una grande città come Milano e uso la bici per andare al lavoro, per fare la spesa, per ogni evenienza e per il tempo libero.

Ma veniamo al punto. Su internet esiste un sito che si chiama Lovetoride.net, dove è possibile registare tutte le proprie pedalate e verificare quanti chilometri si sono percorsi, quante calorie si sono bruciate e quanta anidride carbonica (Co2) NON si è prodotta.

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Strategia della Manipolazione di Massa – secondo N. Chomsky

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Manipolazione di Massa

Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 1928) è un linguista, filosofo, teorico della comunicazione e anarchico statunitense. Professore emerito di linguistica alla Massachusetts Institute of Technology, è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguista teorica del XX secolo.

Ma ciò che lo ha reso più famoso al vasto pubblico è sicuramente la sua analisi del ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, e di come i governi agiscano attraverso gli organi di informazione per manipolare l’opinione pubblica e arrivare ad ottenere il consenso della popolazione. Gli studi di Chomsky lo hanno portato a teorizzare, in dieci punti, quella che è da lui stesso definita la “Strategia della Manipolazione di Massa”:

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Homo Metropolitanus e l’involuzione tecnologica

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Homo Metropolitanus vs Homo Conscium

L’Homo Metropolitanus vive in città. Si alza alle sette di mattina e mentre si reca in bagno per espletare i suoi bisogni fisiologici, ha già acceso lo smartphone e controllato i suoi 15 account social a cui è collegato.

Fa colazione, si lava, si veste e salta in macchina per recarsi al lavoro. Ascolta la radio nel traffico, imprecando contro gli altri automobilisti. Poi arriva in ufficio, dove trascorre le prossime otto ore della sua giornata chino davanti allo schermo di un pc, sotto le luci di una lampada al neon. L’Homo Metropolitanus sa rispondere a 150 mail al giorno, fare presentazioni in powerpoint, ed eseguire tutti gli ordini del suo capo senza chiedersi troppi perché.

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Carne cancerogena? Il vero problema è la deforestazione

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Carne cancerogena? Non è questo il vero problema

Il vero problema si chiama allevamento intensivo. Sta causando una deforestazione rapida come non mai e sta togliendo ossigeno al Pianeta. Vegetariani o carnivori, siamo tutti sulla stessa barca.

Non mi preoccupa tanto il fatto che la carne sia stata dichiarata cancerogena dall’OMS. Siamo pieni di sostanze cancerogene, e chissà quando ci diranno che il nostro smartphone e le reti wi-fi sono decisamente peggio di una fetta di bresaola (in realtà ce lo dicono già, basta leggere le avvertenze dei produttori segnate sulle istruzioni dei nostri cellulari).

Ma non voglio fare il catastrofista. Lo scopo di questo mio articolo è informare chi alcune cose non le sa ancora. Senza schierarmi né dalla parte dei vegetariani, né da quella dei carnivori.

Il vero problema della carne è che non è (più) un prodotto SOSTENIBILE per la nostra Terra. Siamo circa 7 miliardi di individui e molti di noi mangiano carne più volte alla settimana. Oggi, l’industria alimentare, per produrre carne, deve sfruttare oltremodo il suolo agricolo. Nei paesi in cui la gente muore ancora di fame, la produzione agricola viene destinata a nutrire gli animali che saranno consumati dalla fascia più “ricca” della popolazione. Una mucca da allevamento mangia 60kg di grano al giorno e beve oltre 100 litri d’acqua al giorno. Ogni minuto vengono abbattuti 4 ettari di foreste (pari a 33 campi di calcio!) per creare nuovi terreni agricoli per produrre il mangime che servirà a sfamare gli animali, i quali vengono poi trasformati in salumi o fette di carne, arrivando sulla nostra tavola con un dispendio energetico enorme. Il Brasile ha consumato l’80% delle foreste per convertirle a pascoli.

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Giro di Lombardia 2006, l’impresa di Bettini

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Giro di Lombardia 2006, l’impresa di Paolo Bettini.

Nel 2006 Paolo Bettini vinse la sua ultima classica monumento, il Giro di Lombardia, bissando il successo dell’anno prima. Quella vittoria arrivò al termine di un susseguirsi di eventi incredibile. Tre settimane prima, il Betto aveva vinto il Mondiale a Salisburgo. Ma a dodici giorni dal via della classica d’autunno, suo fratello Sauro morì in un incidente stradale. Il campione toscano meditò a lungo il ritiro, poi all’ultimo decise di correre, tra disperazione e attaccamento alla vita, anche in ricordo del fratello. Vinse. E sul traguardo di Como fu un’esplosione di lacrime, rabbia e amore. Quando lo sport diventa metafora di vita.

COMO. «Se questo qui oggi vince, dopo tutto quello che gli è successo nelle ultime due settimane, siamo di fronte a un fenomeno. E se io non collasso stavolta, il mio cuore può reggere a tutto».

Mancano una cinquantina di chilometri all’arrivo del Giro di Lombardia e Bettini è in testa a tirare il gruppetto dei sette corridori che lui stesso ha selezionato con quattro scatti a ripetizione sul Ghisallo. Con lui ci sono Di Luca e Rebellin, Riccò, il lussemburghese Schleck, lo spagnolo Sanchez Prado e l’olandese Boogerd. E mentre il “Grillo” detta l’andatura in piedi sui pedali, oscillando sulle braccia, la fronte grondante di sudore e gli occhi rossi per la fatica, l’addetto stampa della Quick Step segue le ultime fasi di gara dal monitor posto cinquanta metri dopo lo striscione d’arrivo. Alessandro Tegner cela lo sguardo sotto un paio di lenti scure, sorride e fa dell’ironia, ma non riesce a nascondere la tensione che cresce man mano che la corsa si avvicina alla sua conclusione. Tegner è il primo tifoso dei corridori per i quali lavora e quando questi si trovano nella possibilità di giocarsi una grande vittoria, lui, nonostante la giovane età, si emoziona così intensamente da sentire i battiti del proprio cuore aumentare sensibilmente. Quest’anno le coronarie di Tegner hanno resistito alla vittoria di “Possàto” (Pozzato) alla Sanremo, al successo di “Tommeke” (Boonen) al Fiandre e al trionfo di “Betto” (Bettini) a Salisburgo, ma stavolta l’emozione è qualcosa di più forte della sola tensione agonistica.

Sono passati dodici giorni dalla scomparsa di Sauro, 42 anni, fratello maggiore di Bettini. Era la sera del 2 ottobre. Sauro stava rientrando a casa in macchina, verso La California, il comune toscano dove vive anche Paolo, quando la sua auto è uscita di strada. Un colpo di sonno prima di una curva gli è stato fatale.

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Le domande giuste per un mondo migliore

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Le domande giuste per un mondo migliore

Se al posto di basare la nostra società sull’economia, la basassimo sull’ecologia, non ci chiederemmo: “Quanto fa la tua auto con un litro?” Ma ci chiederemmo: “Quanta CO2 produce la tua auto con un litro?”

Se al posto di guardare a ciò che ci divide, guardassimo a ciò che ci unisce, non ci chiederemmo: “Che differenza c’è tra Cristianesimo e Islam?” Ma ci chiederemmo: “Cosa accomuna l’amore predicato da Gesù con l’amore predicato da Maometto?”

Se al posto di vivere secondo la legge del più forte vivessimo secondo un principio di mutua collaborazione, non ci chiederemmo: “Come posso avere la meglio sul mio simile e avvantaggiarmi su di lui?” Ma ci chiederemmo: “Come potremmo fare qualcosa insieme al mio vicino, dividere le fatiche e avere entrambi profitto?”

Se al posto di pensare che tutto ci è dovuto, pensasissmo che siamo noi stessi artefici del nostro destino, non ci chiederemmo: “Cosa deve fare il mio Governo per me?” Ma ci chiederemmo: “Cosa posso fare io per il mio Paese?”.

Basterebbe solo cambiare le nostre domande per trovare le risposte a un mondo migliore.

Le stampelle Tompoma

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Le stampelle Tompoma

Le stampelle Tompoma sono le migliori stampelle al mondo: leggere, resistenti, silenziose, realizzate su misura, facilitano lo spostamento del corpo grazie a un gioco di leva migliore rispetto a quello delle stampelle tradizionali. Da un’idea di Renato Brignone, una storia tutta italiana.

Su YouTube gira anche un video, ironico e singolare. Si vede un uomo a figura intera, in mutande, che sorride sornione da sotto il suo pizzetto rosso. Ma il dettaglio che colpisce sono le gambe: la sinistra è normale, la destra è deforme e lunga – pardon, corta – la metà. Poi si sente la voce fuori campo della persona in questione, che si presenta e racconta chi è: «Sono Renato Brignone, sono fatto così. Ma cammino. Faccio fatica a trovare dei jeans che mi vadano al primo colpo. Ho sempre dovuto fare l’orlo. È anche da questo che ho capito che la vita è questione di punti di vista. Ma quel giorno non ho più visto niente».

E a questo punto il video cambia sequenza narrativa e mostra il giorno in cui Brignone non ha visto più niente: il giorno in cui ha raggiunto e ridisceso la Cima del Monte Rosa, dopo 16 ore di cammino, lui, le sue gambe e le sue stampelle.

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dio Denaro uber alles. E la vita?

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Dio Denaro uber alles. E la vita?

Ieri la Grecia, per ripagare un debito creato dal sistema economico attuale, ha dovuto privatizzare 14 aeroporti statali, che sono stati venduti a una società tedesca.

Se nel 1946 la Germania avesse ripagato tutti i crimini di guerra commessi dal fanatismo del Nazismo vendendo ciò che aveva sul suo territorio, probabilmente oggi la Polonia a ovest confinerebbe con Francia, Olanda e Belgio.

Il debito greco potrebbe essere azzerato con un click sul computer, mentre le vite sottratte dalla guerra non tornano più indietro e dalle macerie sono serviti anni per ricostruire città.

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